mercoledì 14 maggio 2008

ARTICOLO/ ADIGE 12.05.2008


"Fermiamo gli omicidi bianchi"

Milena Ben in diretta su canale5 ha ricordato il figlio morto in un cantiere il 28 maggio 1995


Tredici anni fa, in un cantiere a San Lazzaro di Savena, perse la vita in maniera tragica Pierluigi Giordani Ben operaio ventunenne di Rovereto dipendente dell'azienda"Ferrari Cesare" di Isera, un'azienda di carpenteria. Gigi"Spank", come lo chiamavano gli amici, lavorava da appena un mese per quella ditta e quel giorno fu travolto da alcune travi lamellari del peso di 40 quntali l'una. Per quella morte la madre Milena Ben non si è mai data pace, ha seguito passo passo tutto l'iter giudiziario ma la perdita dell'unico figlio, che viveva con lei, l'ha cambiata.Non si è mai arresa nonostante il lutto e il pensiero di Pierluigi l'accompagna ogni istante della giornata. Da quel giorno, con la sua esistenza completamente cambiata, rimessa in discussione da una delle assurdità della moderna italia-gli omicidi sul lavoro- ha trovato la forza per combattere, per cercare di fornire il suo contributo, per cambiare un sistema che sta tappezzando di croci i cantieri del Paese.Basti pensare che solo dall'inizio dell'anno, in poco più di quattro mesi, i morti sono stati 376. Milena non si è mai data per vinta, ha mosso mari e monti per accendere i riflettori su uno dei più pericolosi cancri della nostra società. E ieri è stata invitata alla trasmissione di canale5" Buona Domenica". Per un giorno, quel contenitore solitamente di vuoto che riempie i pomeriggi festivi, ha avuto il coraggio di affrontare un argomento spinoso ma dannatamente preoccupante: le morti bianche. Sono uscite storie quotidiane viste al femminile, storie di giovanissime vedove o di madri affrante ma anche e soprattutto incazzate per quanto non si è mai fatto e si continua a non fare per evitare stragi inutili. "Chiamiamoli omicidi bianchi, non morti bianche!" Ha ricordato Milena che ha ripercorso le tappe di una presa in giro legale e istituzionale seguita alla morte assurda del suo unico figlio che ha avuto l'unico torto di provare a guadagnarsi da vivere lavorando in un cantiere. Per Milena l'apparizione televisiva di ieri è un ritorno. Era già stata ospite per ben due volte, un mese dopo l'incidente e nel 2001 del "Maurizio Costanzo Show",il salotto catodico più famoso. Nell'ultimo invito aveva conosciuto l'allora guardasigilli Oliviero Diliberto che promise a quella che allora fu definita "Madre Coraggio" di interessarsi personalmente della questione. "Adesso è veramente ora di finirla " tuona Milena Ben- Fra poco ricorre il tredicesimo anniversario dalla morte di mio figlio e non è ancora finito lo stillicidio dei lavoratori, le mattanze delle morti bianche. I ragazzi continuano a morire di lavoro e sul lavoro. Ma che cosa stanno facendo i nostri politici? Festeggiano il nuovo governo? Ma chi se ne importa del nuovo governo! Chi se ne importa dei nuovi governanti!!E le riforme garantite prima delle elezioni , dove sono finite?. Tutti pronti a dire la loro in caso di attuazioni delle nuove riforme sulla sicurezza sul lavoro, ma guarda caso c'è sempre qualche cosa che interrompe questo interesse ripetutamente urlato dal nostro Presidente Della Repubblica: il mostro in prima pagina, i ragazzi cattivi. i vigili urbani picchiati. E noi madri continuiamo a piangere i nostri figli come se fossero andati in guerra. Che cosa vogliono ancora da noi? Che ci facciamo giustizia da sole contro questi datori di lavoro FUORILEGGE? Diciamocelo chiaramente: ma che cosa dobbiamo ancora fare:darci fuoco tutte davanti al Campidoglio per attirare l'attenzione che è vera emergenza? molto di più della spazzatura di Napoli?".

E poi il ricordo del figlio che non c'è più, sacrificato come tanti sull'altare del profitto:"La morte di un figlio, con il passare del tempo fa solo sentire che hai perso la persona più cara che avevi, ti fa sentire impotente, sola in mezzo a tanta gente felice". NG

2 commenti:

enzo ha detto...

Ci sono madri coraggio che sono paragonabili alle meteore agostane, ci sono madri coraggio che con una effimera e folcloristica catena pensano di risolvere quanto li affligge, c'è invece una madre che HA il coraggio di combattere da anni non per riavere suo figlio ma per impedire che altri figli lascino prematuramente la propria madre.
Milena, la tua battaglia è sacrosanta. I politici cambiano, possono essere più o meno sensibili al problema della sicurezza sul lavoro, possono fare e disfare le leggi come più gli aggrada. Il tuo impegno, la vera battaglia va combattuta perchè i lavoratori prendano piena coscienza del loro potere e migliorare le loro condizioni sul posto di lavoro.
Enzo

tari ha detto...

Ho da poco visto l'intervista alla Sig. Milena....e a tante altre madri padri fratelli amici...Anche io sono moglie madre sorella...Tutto il mio Cordoglio e Solidarietà.....La malattia più grave dei giorni nostri si chiama DISONESTA'...sI è visto anche per quello che è successo in Abruzzo...Vi auguro di cuore di poter trovare al più presto quel pò di serenità che Vi permetta di continuare vivere...lottare....e ricominciare a ri..gioire...