venerdì 11 febbraio 2011

DOPO QUASI 16 ANNI


Sento continuamente dire.... "E' CONTRONATURA CHE UN GENITORE SOPRAVVIVA ALLA MORTE DI UN FIGLIO".

Io sono una mamma sopravissuta, ma perchè?

Perchè dentro di me sentivo che non dovevo morire assieme a mio figlio.

Lui mi ha lasciata una grande eredità, una importante incombenza, un'importante lavoro.

Ho sempre sentito che il suo testamento era quello di battermi per la giustizia, per denunciare

i colpevoli del suo assassinio.

SOLO COSI' SI RIESCE ANCHE A VIVERE E NON SOLO SOPRAVVIVERE.

LOTTARE E SEMPRE LOTTARE PER SALVARE TUTTO IL E I SALVABILI.

Nei miei progetti vedo sempre una grande unione fra coloro che hanno sofferto e tuttora soffrono

per una perdita causata dal lavoro.

DI LAVORO SI VIVE E NON SI DEVE MORIRE DI LAVORO.

domenica 8 marzo 2009

8 Marzo


8 MARZO



E' da tanto tempo che non aggiorno il mio blog ed ho scelto questa giornata per farlo.

Lo dedico a tutte le donne mamme che sono come me, vi assicuro che non è una festa.

Penso che sia diventata tale solo per la commercializzazione a vantaggio dei fiorai, gioiellieri, pasticceri ecc... ecc....

Quest'anno l'ho celebrato in anticipo, ovvero il 5, assieme alle mamme e donne che con tristezza stanno sopportando il dolore, nel processo alla Thyssen di Torino.

Ho portato loro mimse e rose rosse, mi sono così presentata al Palagiustizia di Torino.

Più che per celebrare la festa della donna,"per tracciare un collegamento tra la tragedia torinese e l'incendio che a New York a inizio secolo costò la vita a tantissime donne arse vive in una fabbrica perchè le porte dello stabilimento erano bloccate.

Le morti dei ragazzi arsi vivi, il dolore delle madri che sopportano ad ogni udenza il riaprirsi della loro ferita assieme alla mia. Assieme alla mia perchè vedo nelle loro espressioni e nei loro occhi il dolore da me provato. Il continuo incidere, degli avvocati di quegli assassini, con immagini della tragedia, le testimonianze dell'unico sopravvisuto Boccuzzi Antonio che riportano tutte e tutti a rivivere quel giorno del 6 dicembre 2007. L'estrema lucidità dei testimoni, gli estintori che non funzionavano, l'acqua degli idranti che non usciva.

La terribile testimonianza di Roberto Di Fiore, addetto alla squadra d'emergenza corso in aiuto ai colleghi con la sua auto per arrivare sul posto e trovandosi addiittura il cancello bloccato per accedere al blocco 5 dove si stava sviluppando l'incendio.

Queste donne che ascoltano e con la mente volano nel luogo in cui i loro cari stavano morendo. Negli occhi dei testimoni, ancora viva, la sensazione di non aver potuto aiutare i compagni e amici, ma solo guardare i loro corpi che sembravano delle torce umane, le loro urla....."non voglio morire".

Sono le parole che escono da un microfono ed io come tutti ascoltiamo, sembrava di ascoltare le frasi di un libro orror.

Sei ore con queste domande e le risposte sempre uguali, lucide ancora vive nella loro mente e lo si vede dalle mani che tremano, dal sudore che scende in viso, dall'emozione della voce.


Io mi chiedevo: "Ma perchè tutta questa crudeltà?"

E' stato un assassinio che cosa vogliono ancora di più da questa gente?

La mia speranza, seguendo numerose udienze di questo processo, è che i colpevoli siano condannati per questi omicidi considerati "con coscienza di uccidere"

Spero anche che diventi un processo esemplare e deterrente, affinchè coloro che sanno di avere i luoghi di lavoro fuori regola ed in non sicurezza, di provvedere affinchè le norme vengano rispettate e chi non è in regola venga sanzionato duramente.


Dall'inizio di quest'anno sono morti più di 200 operai, vuol dire che c'è ancora qualche cosa che non funziona, ma perchè non funziona?

Perchè la gente non si pone questa domanda, perchè non si ribella?

Spero che nessuno debba sopportare il mio e il dolore di tutte le donne che piangono un figlio che muore per lavoro solo quando succede, e non prima che succeda.

L'argomento sicurezza sul lavoro deve essere un'argomento che tocca tutti i lavoratori, prima che succeda una tragedia , non dopo.....dopo è troppo tardi.

La mia battaglia dovrebbe essere quella di tutti, mi sto battendo anche per creare:" una giornata di lutto nazionale dedicata alle morti sul lavoro", spero di riuscirci.

Come spesso ripeto: "Non esistono solo gli eroi di guerra", esistono anche " Gli eroi che cadono sul lavoro".

Dalla mia conoscienza gli operai non hanno un'arma in mano, la loro battaglia è solo lavorare per vivere e non morire sul lavoro.

domenica 2 novembre 2008

Un fiore a tutte le mamme come me


Questo è un fiore che dono a tutte le mamme che hanno aspettato il proprio figlio e non è più ritornato. Vorrei parlare di me in questo giorno, ma il mio è un punto di vista prettamente personale. Io in questo giorno non vado al cimitero, un cimitero che diventa un salotto, un luogo dove la gente va una volta l'anno per gareggiare per presentare la tomba più ben fiorita.

Non esiste, ma non esiste proprio.

Li dedico a tutte le mamme che piangono e si disperano(è umano). Ho pianto tanto e mi sono disperata tanto, poi ho capito che bisogna combattere, bisogna sconfiggere questa sofferenza che non si metabolizza mai. Una sofferenza che rimane sempre e che ha solo bisogno di essere accettata. Mio figlio l'ho fin dal primo momento considerato momentaneamente assente. Lui è dentro di me, ogni giorno, dal momento che apro gli occhi a quando li chiudo prima di dormire.

Le mamme soffrono quando mettono al mondo i propri figli ma è un male che viene sovrastato dalla gioia. Le mamme soffrono quando non possono più vedere il proprio figlio e questa è una sofferenza che rimane per tutta la vita.

Ma i nostri figli, mio figlio, è ritornato in me e con me è sempre presente, in ogni luogo dove vado, in ogni emozione che provo, nelle felicità dei momenti, nei miei viaggi, nelle mie passioni.

I nosti figli non moriranno mai saranno solo MOMENTANEAMENTE ASSENTI.

Assieme a questi fiori un mio abbraccio a tutte le mamme che non hanno ancora capito questa filosofia che serve per vivere, lottare, perchè altre mamme non debbano soffrire e piangere come noi. Ciao Pierluigi mio piccolo grande uomo, salutate anche voi i vostri figli perchè sono sempre vicini anche se credete non lo siano più.

venerdì 3 ottobre 2008

Assassiniiiii sempre più assassiniiii


Ancora assassini, sempre di più. In soli 2 giorni altri 6 morti. MORTI PER IL LAVORO.

La prima cosa che era stata promessa da questo nuovo Governo era di sistemare questa mattanza. Ed invece che cosa succede??? Succede che le morti invece di diminuire nonostante i nuovi provvedimenti del precedente Governo, fortunatamente non ancora toccati dalla Marciagaglia, muoiono e continuano a morire. Al padrone non importa nulla se i suoi operai non ritornano a casa dalle loro famiglie. Ma in che Stato stiamo vivendo? fra non molto arriveremo ai primati dei primati. Io mi sono candidata con il PdCi nella mia città per cercare di dare una scossa, almeno nel mio territorio.

Una cosa non capisco: ma la gente che piange i suoi cari dov'è, come mai non protesta, perchè non tira fuori le unghie?

Non smetterò mai di battermi per questi orribili "omicidi bianchi", fino all'ultimo respiro.

Questa mia battaglia la devo a mio figlio Pierluigi, devo portare avani questo lavoro per lui e per tutti quelli che a casa non ci sono più tornati.

mercoledì 30 luglio 2008

MA IL NEONATO GOVERNO CHE COSA STA FACENDO??


Che cosa stiamo ancora aspettando?

Che cosa fa il neonato governo dopo tante promesse per l'applicazione delle norme antiinfortunistiche? NULLA DI NULLA. Forse è molto più importante militarizzare l'Italia che non salvare la vita ai nostri lavoratori. Pare proprio di si. Io ho scritto un'articolo sul nostro quotidiano L'Adige come sempre per dichiarare il mio impegno ma serve anche la protesta di tutta l'Italia, una protesta di massa. Gli incidenti che ci sono oggi non caleranno se nessuno si interessa a questo problema invece che sendere sempre più verde il suo giardino come il nostro Sig. Berlusconi. allego alla presente la lettera inviata al giornale e la foto fatta al V° Congresso del PdCi a Salsomaggiore nei giorni 18-19-20 di Luglio

Articolo L'Adige del 27 luglio 2008

" Eccomi nuovamente con la mia battaglia"

L'unico mezzo che ho è la stampa e visto che la stampa mi lascia lo spazio per raccontare le novità e le mie nuove esperienze che riguardano come sempre la lotta che sto perseguendo da 13 ann, cioè dalla morte di mio figlio che ho ormai definito come "omicidio bianco"

Sono stata ospite del Segretario Oliviero Dilberto al V° Congresso del partito dei comunisti italiani, svoltosi a Salsomaggiore il 18-19-20 luglio. Come ben ricorderete Lui è stato l'unica persona che mi ha stimolato a continuare la mia lotta nonostante i momenti bui nei quali ero decisa a smettere. Ritornando al congresso, ho potuto valutare l'impegno del partito difronte ai problemi sociali e umani, dei giovani e degli anziani, dei non più abili e degli extracomunitari compresi i Rom. Davanti al problema di tutto ciò è entrato anche quello della moltiplicazione della militarizzazione in Italia. Questo ultimo problema mi ha veramente impressionata, anche la caccia, da parte del Governo al Diverso, a tutto ciò che non è Italiano puro. Nella mia mente non superbamente erudita come tanti altri che ci governano, si è presentata una sorta di paura per la regressione che sta facendo il nostro Paese. Il famoso Grande Fratello ci guarda in ogni momento della giornata, come ben diceva George Orewel nel suo libro"1984". Libro che naturalmente consiglio a tutti come testo fin dalle elementai per capire a che punto stiamo arrivando. Supercontrollati e adesso con l'accondiscendenza del PD anche schedati attraverso le nostre impronte digitali, ritorneremo così al periodo Americano del 1938 delle leggi razziali? Ma io mi domando: vogliamo o no andare avanti e liberarci di leggi che abbiamo combattuto(non io naturalmente) per poter vivere in democrazia?? Pare proprio di no. Adesso il Sign.Bossi vuole anche toglierci l'inno nazionale. Robe da matti(metaforicamente parlando e naturalmente senza offesa al Senatur). Io comunque mi sono trovata in mezzo ad una moltitudine di gente di varia estrazione sociale che nel valore della libertà crede fermamente, credo in loro poichè una delle bandiere che sventolano spesso è la "lotta alle morti bianche", alla appicazione della legge che la Marciagaglia ha intenzione di modificare ulteriornmente per dare agio agli imprenditori di ogni genere di ritenersi impuniti o poco puniti, nel caso si dovessero verificare omicidi sul lavoro. Io dico: le leggi ci sono e c'erano anche prima del governo Prodi,però c'è un piccolo appunto; non venivano rispettate, come non lo vengono nemmeno ora, nonostante lo stillicidio di giovani e non. Le ultime notizie pervenutemi si avvicinano a 600 morti assassinati e siamo solo alla fine del mese di Luglio. La gente comune e onesta non si pone il problema di come mai nel terzo millennio esistano ancora questi bollettini strazianti. Io non ho paura di definirmi "Comunista Mangiabambini" come siamo sempre stati definiti. Lottiamo e lotteremo sempre per la democrazia e ler la legalità, contro ogni sopruso e prevaricazione. Forse non tutti sanno che i figli le mogli ed i parenti dei comunsti vengono ripetutamente minacciati? Ora lo sapete, io non ho paura di nulla e di nessuno: ormai quello che mi hanno tolto è tutto ciò che avevo. Lotterò con tutte le mie forze verso chi cerca di togliere la libertà, specialmente se la lotta serve per salvare vite umane

domenica 18 maggio 2008

OGGI SONO PASSATI 13 ANNI E NULLA è CAMBIATO


Oggi è l'anniversario che non vorrei mai ricordare, ma immancabilmente la mente vola a quel giorno nel quale il cuore di mio figlio ha smesso di battere. Posso dire solo che assieme al suo anche il mio si è ammalato e irrimediabilmente ferito.

In questo giorno oltre a me penso anche alle altre madri che hanno perso il loro figlio sul lavoro. Io consigli veri e propri non ne so dare poichè neppure a me ne erano stati dati.

Posso solo dire che la mia vita dipende dalla mia lotta agli "omicidi bianchi", poichè ho deciso che così li chiamerò. Proprio ieri ho scritto ad "anno zero" che sembra essere molo sensibile e attento ai problemi sociali e nell'ultima puntata ha voluto inserire un piccolo spazio nel contesto di una trasmissione che parlava di emigrazione. Combattere serve per tenere viva non la vita(magari fosse così facile) ma il problema che tanto affligge e pare sempre di più la nostra società. Solo una cosa potrei dire: combattere aiuta , piangere un pochino meno, le lacrime non risolvono i problemi lacerano solo noi stesse e di noi agli altri non importa nulla se non vedono una nostra ribellione attiva che riesca a far sì che altre madri piangano come piangiamo o abbiamo pianto noi. Il mondo è sensibile solo ai piccoli flesc inseriti quasi casualmente nei telegiornale e poi dimentica. Dimentica che in Italia è una piaga, ma vera e grande , molto più grande che in atri paesi europeri; penso che deteniamo i primato, Bello come primato no?

MAMME , SORELLE , MOGLI , NONNE, PADRI, uniamoci tutti ormai siamo un esercito.